Camminare a passi lenti e brevi tra i filari e lasciarsi cogliere da un sorriso, quasi una smorfia della bocca che si trasforma in mezzaluna, e illuminare l’aria. Questa semplice azione, che poi si è trasformata in abitudine, è quella che ci ha spinto a tornare tra queste vigne e questi uliveti. La storia di Masseria Felicia inizia nel 1995 quando Alessandro Brini e Giuseppa Ruggiero decidono di ristrutturare il casale di inizio Novecento legato da sempre alla storia familiare e reimpiantare, su quel suolo lasciato a riposare, una nuova piccola vigna. Un ettaro e mezzo di Aglianico e Piedirosso, il Falerno del Massico rosso. Quella vite ha restituito una vita e una ragione al suolo, che non sembrava aspettare altro, e ha dato inizio a una storia ormai trentennale. Da quella vigna infatti, nel 1999, sboccia un primo vino riluttante a essere bevuto nell’immediato, un frutto sincero e schietto, una struttura di longeva potenza.

Nasce Masseria Felicia, con una naturale inclinazione ad accogliere i ricordi e le meditazioni. Nel 2002, la nostra prima etichetta: un Falerno del Massico Rosso Vendemmia 2000, si chiama “Etichetta Bronzo”. La soddisfazione, non attesa, si trasforma in incredula emozione per essere riusciti, con un progetto nato dalla passione a dalla volontà, a trasferire ad altri le suggestioni di una terra a noi tanto cara. Oggi una nuova generazione lavora quella stessa terra, con la volontà di proseguire quel viaggio continuando a narrare l’amore per un’attività antica attraverso moderne visioni, senza snaturare l’operato “artigianale”, ma soprattutto conservando la filosofia che da sempre caratterizza i nostri vini, l’imprescindibile tempo di attesa per raggiungere l’eccellenza produttiva.

Il Falerno del Massico è un vino DOC che nasce nelle terre magiche della parte settentrionale della provincia di Caserta, nel leggendario Ager Falernus. Questo territorio incantevole abbraccia i comuni di Mondragone, Falciano del Massico, Carinola, Sessa Aurunca e Cellole. La tradizione del Falerno affonda le radici nell’antica Roma, dove era celebrato come Falernum. Secondo la mitologia, Bacco, il dio del vino, trasformò le pendici del Monte Massico in rigogliosi vigneti, donando così al mondo un nettare divino. Per oltre cinque secoli, il Falerno fu il vino prediletto dalla ricca borghesia romana, cantato dai poeti classici come simbolo di eccellenza e raffinatezza. Con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, iniziò il suo primo declino.

Nonostante la produzione continuasse nei secoli successivi, non raggiunse più gli antichi fasti. Come molti vini europei, il Falerno del Massico subì le devastazioni della fillossera, un parassita che decimò i vigneti. La produzione rallentò drasticamente all’inizio del Novecento, ma si risollevò fino a raggiungere nuova gloria negli anni Sessanta. Dal 1988/89, grazie alla dedizione di Francesco Paolo Avallone, fu istituita una zona di produzione a Denominazione di Origine Controllata (DOC), successivamente adattata alle normative europee come D.O.P. Così, il Falerno del Massico rinacque, pronto a incantare nuovamente il mondo con la sua storia millenaria e il suo gusto inconfondibile.